Respingimenti in mare verso la Libia: la CEDU accerta che si tratta di espulsioni collettive a rischio di maltrattamenti, in violazione dell’articolo 3 della Convenzione e dell’articolo 4 del Protocollo n. 4 alla Convenzione

Strasburgo, 23 febbraio 2012 – Con sentenza del 23 febbraio 2012 resa in Grande Camera, la C.E.D.U. ha deciso il caso Hirsi e altri c. Italia, accertando all’unanimità che i ricorrenti, intercettati in mare dalle autorità italiane, erano sottoposti alla giurisdizione italiana ai sensi dell’articoli 1 della Convenzione, che vi è stata una duplice violazione dell’articolo 3  in quanto i ricorrenti, rimandati in Libia, erano esposti al rischio di subire maltrattamenti e di essere rimpatriati verso la Somalia e l’Eritrea, loro paesi d’origine. Infine che vi è stata violazione dell’articolo 4 del Protocollo n. 4 alla Convenzione che vieta le espulsioni collettive nonché la violazione dell’articolo 13 combinato con gli articoli 3 della Convenzione e 4 del Protocollo n. 4.

Il caso riguardava un gruppo di migranti, cittadini somali ed eritrei, provenienti dalla Libia, fermati in mare e quindi ricondotti in Libia dalle autorità italiane.

Un avvocato difensore dei diritti umani arrestato dalla polizia di Gheddafi è all’origine della rivolta in Libia

Strasburgo, 25 marzo 2011 – Segnalo una notizia che ritengo importante per sottolineare l’importanza fondamentale del lavoro svolto da tutti coloro che si occupano di diritti umani e che devono essere a loro volta garantiti e sostenuti.

Mi riferisco all’arresto dell’avvocato Fathi Tirbil avvenuto il 15 febbraio 2011. Questo fatto è stata la scintilla che ha poi scatenato la rivolta in Libia. Quel giorno Fathi Tirbil è stato arrestato dopo una perquisizione presso la sua abitazione a Bengasi dove sono stati sequestrati tutti i suoi fascicoli e i suoi computer.

Fathi Tirbil è un avvocato che lavora da anni su uno dei casi più sensibili del suo Paese. Affiancato da altri colleghi, coordina la difesa delle famiglie delle persone sparite ad Abou Salim, la prigione di Tripoli dove il 29 giugno 1996 più di 1270 prigionieri sono morti sotto i colpi d’arma da fuoco dei soldati. Nessun corpo è stato restituito alle famiglie e nessuno è stato incolpato del massacro.

Poco dopo l’arresto, i colleghi si sono recati presso la centrale di polizia dove si trovava Tirbil. A loro si sono via via unite centinaia di persone e da qui è iniziata una protesta che è diventata la terza grande insurrezione del mondo arabo dopo la Tunisia e l’Egitto.

Respingimenti in mare, il caso Hirsi e altri c. Italia verrà discusso dalla CEDU in Grande Camera

Strasburgo, 3 marzo 2011 – La seconda sezione della CEDU ha deciso di rimettere alla Grande Camera il caso Hirsi e altri c. Italia (ricorso n. 27765/09), comunicato al Governo ancora nel novembre 2009.

In questo caso i ricorrenti, undici somali e tredici eritrei, migranti clandestini che avevano lasciato la Libia con un’imbarcazione per raggiungere le coste italiane, vennero intercettati in mare e rinviati immediatamente in Libia a bordo di navi militari italiane.