I database utili per le ricerche in tema di diritti fondamentali

Strasburgo, 16 febbraio 2015 – Accanto all’importante motore di ricerca sulla giurisprudenza elaborata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo in tema di applicazione e interpretazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, il Consiglio d’Europa ha reso disponibili altri due motori di ricerca, uno per la ricerca della documentazione elaborata dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani e degradanti (CPT) e l’altro dal Comitato europeo dei diritti sociali per la Carta sociale europea (ECS)

Qui di seguito troverete i tre motori di ricerca segnalati

HUDOC CEDU

HUDOC CPT

HUDOC ECS

L’Italia firma la Convenzione contro la tortura delle Nazioni Unite

Strasburgo, 25 ottobre 2012 – L’Italia ha firmato la Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1984 ed entrata in vigore il 26 giugno 1987.

L’Italia è il sessantaquattresimo Stato che sottoscrive questo Trattato, dopo dieci anni dalla firma del Protocollo Opzionale.

Questa Convenzione richiede ora all’Italia di incorporare il crimine di tortura all’interno della propria legislazione nazionale e di punire gli atti di tortura con pene adeguate; di intraprendere una rapida e imparziale inchiesta su ogni presunto atto di tortura; di assicurare che le dichiarazioni rese sotto tortura non vengano utilizzate come prove durante processi; e di riconoscere e far applicare il diritto delle vittime di tortura e dei loro parenti più stretti a ricevere un equo e adeguato risarcimento e recupero psicofisico e sociale.

Nessuna circostanza eccezionale – come uno stato o una minaccia di guerra, instabilità politica interna o qualsiasi altra pubblica emergenza – può essere invocata come giustificazione di atti di tortura. La stessa disposizione vale per quell’individuo che abbia compiuto tali atti in seguito ad un ordine di un superiore o di autorità pubblica. All’Italia è ora proibito di rinviare una persona in uno Stato nel quale potrebbe essere a rischio di subire tortura.

L’Italia dovrà inoltre dare la disponibilità per le ispezioni nei luoghi di privazione della libertà personale da un Comitato di esperti delle Nazioni Unite e di istituire un meccanismo nazionale indipendente di controllo e monitoraggio dei luoghi di detenzione, quali le carceri, le stazioni di polizia, gli ospedali psichiatrici e i centri di identificazione per stranieri.

La firma di questo Trattato è un indubbio passo avanti per la garanzia di uno dei diritti umani più importanti, sancito dall’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che stabilisce che “Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti”.