L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha adottato recentemente una raccomandazione per l’elaborazione di un Protocollo addizionale alla Convenzione europea dei diritti dell’Uomo riguardante il diritto ad un ambiente sano

Strasburgo, 22 gennaio 2010 – Recentemente mi è giunta la richiesta da parte di una studentessa riguardo alla possibilità che si arrivi, attraverso l’adozione di un Protocollo, al riconoscimento di un diritto ambientale.

Esiste in effetti una raccomandazione da parte dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, la n. 1885 (2009) (qui nelle versioni francese e inglese) adottata il 30 settembre 2009, per creare un Protocollo aggiuntivo alla Convenzione europea dei diritti dell’Uomo  che si occupi di garantire un diritto ad un ambiente sano e vivibile.

Buona lettura, a tutti gli interessati

36 Stati su 47 non rispettano le sentenze della CEDU

Strasburgo, 13 settembre 2009 – Secondo quanto affermato da Christos Pourgourides, relatore della Commissione Affari Legali dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE), riunita a Parigi l’11 settembre, è ”estremamente preoccupante” che, sui 47 Stati membri del Consiglio d’Europa, 36 non rispettino integralmente, ed entro un termine ragionevole, le sentenze pronunciate dalla CEDU, in teoria vincolanti.

L’esecuzione delle sentenze impone normalmente allo Stato di corrispondere alla vittima i danni subiti e stabiliti dalla CEDU e, se del caso, a modificare le leggi o la prassi interne per evitare il ripetersi della violazione accertata.

Christos Pourgourides ha presentato una lista delle sentenze in attesa di esecuzione. Questa lista è stata redatta tenendo in considerazione due criteri, ossia quello di indicare le sentenze che non sono state integralmente eseguite dopo cinque anni dalla loro pronuncia e quello di tener presente le sentenze che mettono in luce importanti problemi strutturali del sistema interno.

Anche l’Italia fa parte del gruppo di Stati che non rispettano integralmente le sentenze emesse dalla CEDU. Nel rapporto [AS/Jur (2009) 36 del 31 agosto 2009] e nella lista aggiornata [AS/Jur (2009) 36 Addendum del 31 agosto 2009] potrete trovare tutte le informazioni utili riguardo all’Italia.

Segnalo infine anche un documento redatto dalla Direzione di monitoraggio del Consiglio d’Europa e relativo alle sentenze emesse nei confronti dell’Italia in corso di esecuzione.

Nuovo caso di flagrante inosservanza da parte dell’Italia delle misure provvisorie vincolanti richieste dalla CEDU

Strasburgo, 7 agosto 2009 – “È assolutamente inammissibile che uno Stato ignori le misure provvisorie vincolanti richieste dalla Corte europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU). È vergognoso che una democrazia adulta come l’Italia abbia, la scorsa domenica, rinviato Ali Toumi in Tunisia, un caso in cui esiste un pericolo imminente di danno irreparabile per il richiedente”, hanno dichiarato ieri Herta Däubler-Gmelin (Germania, SOC) e Christos Pourgourides (Cipro, PPE/CD) rispettivamente, presidente della Commissione Affari Legali e Diritti Umani dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE) e relatore sull’esecuzione delle sentenze della Corte di Strasburgo.

“Tali disposizioni contravvengono manifestamente alla giurisprudenza chiaramente stabilita dalla Corte di Strasburgo. È la quarta volta dal 2005 che le autorità italiane prendono delle misure in flagrante violazione delle decisioni della Corte”, hanno aggiunto.

“Tale comportamento intollerabile deve essere condannato dal Consiglio d’Europa, senza ritardo. La nostra Commissione Affari Legali dovrà incaricarsi di questo caso”, hanno concluso.

  • Ris. 1571 & Racc. 1809 dell’APCE: dovere degli Stati membri di cooperare con la Corte.
  • Ris. DU(2006)45 del Comitato dei Ministri: obbligo degli Stati di cooperare con la CEDU.
  • Estratto del documento CommDU(2009)16: rapporto del Commissario per i diritti umani, del 16 aprile 2009, concernente la sua missione in Italia, §§ 94-105.