La Commissione europea e il Consiglio d’Europa danno inizio alle discussioni congiunte sull’adesione dell’UE alla Convenzione dei Diritti dell’Uomo
Strasburgo, 19 luglio 2010 – Il 7 luglio 2010 sono iniziate le discussioni ufficiali sull’adesione dell’Unione europea alla Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU). Thorbjørn Jagland, segretario generale del Consiglio d’Europa, e Viviane Reding, vicepresidente della Commissione europea, si sono riuniti a Strasburgo per contrassegnare l’inizio del processo di adesione. I due hanno discusso dei mezzi per far avanzare il processo in questione affinché i cittadini possano beneficiare rapidamente di una tutela più forte e più coerente dei loro diritti fondamentali in Europa.
“Questo giorno rappresenta davvero un momento storico. Stiamo oggi predisponendo l’anello mancante del sistema europeo di tutela dei diritti fondamentali, garantendo in tal modo la coerenza tra le rispettive visioni del Consiglio d’Europa e dell’Unione europea”, ha dichiarato la vicepresidente Viviane Reding, commissario europeo per la giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza. “L’UE ha un ruolo importante da svolgere nell’ulteriore rafforzamento del sistema di tutela dei diritti fondamentali istituito dalla Convenzione. Disponiamo già della nostra Carta dei diritti fondamentali, che rappresenta la più moderna codificazione dei diritti fondamentali al mondo. Si tratta di un presupposto ottimale per un’intesa di successo tra i partner del negoziato”.
“La Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo costituisce il riferimento fondamentale in materia di tutela dei diritti umani per l’insieme del continente europeo. Accettando di sottoporre il funzionamento delle proprie istituzioni alle stesse norme in materia di diritti umani e allo stesso controllo che si applicano a tutte le democrazie europee, l’Unione europea invia un messaggio estremamente forte – mostra che l’Europa sta cambiando e che i più influenti e i più potenti sono pronti ad assumersi la propria parte di responsabilità affinché il cambiamento avvenga e, quindi, a promuoverlo”, ha dichiarato Thorbjørn Jagland, segretario generale del Consiglio d’Europa.
L’adesione dell’UE alla CEDU porrà l’Unione europea sullo stesso piano dei suoi Stati membri per quanto riguarda il sistema di tutela dei diritti fondamentali, su cui vigila la Corte europea dei Diritti dell’Uomo a Strasburgo. L’adesione permetterà all’Unione europea di essere ascoltata nei casi esaminati dalla Corte di Strasburgo. Con l’adesione, l’Unione europea diventerebbe il 48° firmatario della CEDU e potrebbe designare un proprio giudice alla Corte europea dei Diritti dell’Uomo a Strasburgo.
L’adesione offrirà altresì una nuova possibilità di ricorso ai singoli individui che – una volta esaurite tutte le vie di ricorso nazionali – potranno adire la Corte europea dei Diritti dell’Uomo in caso di presunte violazioni dei diritti fondamentali da parte dell’UE.
Contesto
L’adesione dell’UE alla CEDU è richiesta in applicazione dell’articolo 6 del Trattato di Lisbona e prevista dall’articolo 59 della CEDU, come modificata dal Protocollo n. 14. Il 17 marzo, la Commissione ha proposto delle direttive di negoziato in vista dell’adesione dell’UE alla CEDU (IP/10/291). Il 4 giugno, i Ministri della Giustizia dell’UE hanno dato alla Commissione il mandato di condurre i negoziati a loro nome. Il 26 maggio, il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha conferito un mandato ad hoc al suo Comitato direttivo per i Diritti dell’Uomo per elaborare con l’UE lo strumento giuridico richiesto in vista dell’adesione dell’UE alla CEDU.
Prossime tappe
A partire dal 7 luglio 2010, negoziatori della Commissione ed esperti del Comitato direttivo per i Diritti dell’Uomo del Consiglio d’Europa si riuniranno regolarmente per elaborare l’accordo di adesione. Al termine del processo, l’accordo di adesione sarà concluso dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa e, all’unanimità, dal Consiglio dell’UE. Anche il Parlamento europeo, che deve essere pienamente informato di ciascuna delle fasi dei negoziati, deve dare il proprio consenso. Una volta concluso, l’accordo dovrà essere ratificato da tutte le 47 parti contraenti della CEDU, conformemente alle rispettive esigenze costituzionali, comprese quelle che sono anche Stati membri dell’UE. Entrambe le parti si impegnano per una rapida e agevole conclusione delle discussioni, affinché l’adesione abbia luogo quanto prima.