SCOPPOLA c. Italia, udienza in Grande Camera

Strasburgo, 8 gennaio 2009 – Ieri 7 gennaio 2009 si è tenuta l’udienza in Grande Camera per il caso SCOPPOLA c. Italia (ricorso n. 10249/03). Ricordo che in questo caso il ricorrente, condannato all’ergastolo per aver assasinato sua moglie e ferito uno dei suoi figli, afferma di essere stato condannato ad una pena più grave di quella prevista per legge, ciò a causa dell’applicazione retroattiva del decreto legge n. 341 del 24 novembre 2000.

La CEDU ha esaminato il caso sia sotto il profilo dell’articolo 7 (nulla poena sine lege) che dell’art. 6 § 1 (diritto ad un processo equo) della Convenzione.

Ricordo che il presente ricorso è stato presentato in data 24 marzo 2003 e che, con decisione dell’8 settembre 2005, è stato dichiarato parzialmente ricevibile. Il 13 maggio 2008, la CEDU ha emesso una decisione finale sulla ricevibilità del ricorso. In particolare, con tale seconda pronuncia, la CEDU ha evidenziato che esiste una questione delicata, volta a verificare se le disposizioni introdotte dal decreto legge n. 341/2000 abbiano violato i principi di un processo equo come garantiti dall’articolo 6 § 1 della Convenzione.

Prossimamente la CEDU pubblicherà la sentenza, sicuramente di particolare interesse.