Strasburgo, 28 giugno 2013 – Il Protocollo n.15 di emendamento alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali è stato aperto alla firma degli Stati membri nel corso di una cerimonia svoltasi il 24 giugno scorso, presso la sede del Consiglio d’Europa a Strasburgo.
La giurisprudenza della Corte indica che gli Stati godono di un margine di apprezzamento su come applicare e attuare la Convenzione, a seconda delle circostanze del caso e dei diritti in causa. Ciò in quanto il sistema della Convenzione è sussidiario rispetto alla salvaguardia dei diritti umani a livello nazionale. Su queste basi, il Protocollo n. 15 introduce nel preambolo della Convenzione un esplicito riferimento al principio di sussidiarietà e alla dottrina del margine di apprezzamento.
Tra le altre modifiche introdotte dal Protocollo n. 15 figura la riduzione da sei a quattro mesi del termine entro il quale un ricorso può essere introdotto davanti alla Corte dopo la decisione interna definitiva.
Il trattato è frutto dei lavori realizzati nell’ambito della riforma della Corte. In occasione delle Conferenze di Interlaken (2010) e di Smirne (2011), gli Stati membri hanno infatti unanimemente convenuto sulla necessità di riformare il meccanismo di controllo della Convenzione, al fine di garantirne l’efficacia a lungo termine e hanno adottato programmi d’azione e di monitoraggio al riguardo. La Dichiarazione adottata in occasione della Conferenza di Brighton (2012) ha formulato proposte specifiche per garantire il successo di tale riforma, per dare seguito alle quali è stato elaborato il Protocollo n. 15.
Il Protocollo n. 15 è stato firmato nel corso della cerimonia dai seguenti Stati: Andorra; Armenia, Cipro, Danimarca, Germania, Finlandia, Francia, Irlanda, Italia, Liechtenstein, Lussemburgo, Norvegia, Portogallo, Romania, Regno Unito, San Marino, Slovacchia, Slovenia e Spagna.
Il Protocollo n. 15 entrerà in vigore dopo la ratifica da parte di tutti gli Stati membri.