Strasburgo, 15 novembre 2009 – Riporto qui di seguito l’appello lanciato il 6 novembre da Mauro Palma, il presidente del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani e degradanti (CPT) del Consiglio d’Europa, per l’adozione da parte dei Paesi europei affinché adottino le misure necessarie per far cessare la pratica dell’impunità per i pubblici ufficiali sospettati di aver commesso atti di tortura o di aver inflitto maltrattamenti. Mauro Palma, in occasione della conferenza stampa rilasciata a Strasburgo, a margine della conferenza che celebra il 20° anniversario del CPT ha dichiarato che “La credibilità della prevenzione della tortura è compromessa ogni qualvolta i pubblici ufficiali responsabili di tali reati non sono chiamati a rispondere delle loro azioni. È tempo di agire con determinazione contro tale pratica e di porvi fine”.
Mauro Palma, che ha visitato di persona numerosi luoghi di detenzione in qualità di membro delle delegazioni del CPT, ha inoltre attirato l’attenzione sul problema del sovraffollamento delle carceri, che sta aggravando la situazione dei sistemi penitenziari di tutta Europa. “La soluzione non è costruire nuove prigioni; per lottare contro il sovraffollamento, occorre adottare una serie di misure coordinate, ispirandosi, per esempio, a linee guida in materia di sentenze di condanna, a sanzioni sostitutive applicate nella comunità e alla libertà condizionale. Senza tali disposizioni, il sovraffollamento continuerà a minacciare il buon funzionamento e la sicurezza degli istituti penitenziari e ad avere effetti negativi sul processo di reintegrazione e di reinserimento dei delinquenti”, ha spiegato.
In considerazione del fatto che ogni anno circa mezzo milione di migranti entra illegalmente nel territorio degli Stati europei, la questione delle garanzie per gli stranieri detenuti ai sensi delle normative relative all’ingresso e al soggiorno è divenuta una nuova area di azione prioritaria per il CPT.
“I migranti in situazione irregolare sono particolarmente vulnerabili ed esposti a varie forme di maltrattamento, e capita sfortunatamente ancora troppo spesso che il CPT ispezioni luoghi di privazione della libertà in cui tali persone sono trattenute in condizioni totalmente inaccettabili”, ha precisato il presidente Palma.
“Gli Stati dovrebbero valutare con discernimento al momento di esercitare il potere di privare di libertà dei migranti in situazione irregolare e dovrebbero compiere ogni sforzo per evitare la ritenzione dei minorenni”, ha dichiarato il presidente del CPT, aggiungendo che nella sua ultima Relazione generale, il Comitato esprime il suo punto di vista sulle garanzie che dovrebbero essere adottate per tutelare questo gruppo di popolazione.
Nel corso della conferenza stampa, Mauro Palma ha inoltre riconosciuto che gli Stati si sentono talvolta combattuti tra il dovere di proteggere le loro popolazioni da atti terroristici, per esempio, e la necessità di rimanere fedeli ai valori fondamentali, tra cui il divieto della tortura. Secondo il CPT, “È un errore dire che occorre trovare un “giusto equilibrio”, quando si parla del divieto della tortura, poiché tale divieto non ammette alcuna deroga. È solo difendendo tali valori fondamentali, che distinguono le società democratiche da quelle che non lo sono, che l’Europa garantirà meglio la propria sicurezza”.
In risposta a una domanda, il presidente Palma ha ricordato che il CPT ha esaminato la questione della castrazione chimica dei delinquenti sessuali, consentita nella Repubblica ceca, e ha concluso che tale pratica equivale a un trattamento degradante. Il Comitato ha esortato le autorità del paese a cessare immediatamente di ricorrere a tale misura; il presidente Palma ha aggiunto, dal canto suo, che si tratta di un provvedimento “invasivo, mutilante e irreversibile” che non deve più esistere nell’Europa di oggi.
Mauro Palma ha altresì sottolineato che la questione dei mezzi di contenzione utilizzati negli istituti psichiatrici continua a destare preoccupazioni in seno al CPT. “Un paziente non dovrebbe essere sottoposto a misure di contenzione se non come extrema ratio e per un periodo il più breve possibile. È ormai giunto il momento in Europa di accertarsi che ogni istituto psichiatrico attui una politica generale e attentamente studiata in materia di contenzione” ha dichiarato il presidente del CPT.
Infine, Mauro Palma ha ricordato che da 20 anni il CPT effettua visite negli istituti penitenziari in tutta Europa, guadagnandosi in tale campo una solida reputazione di organo professionale indipendente. “La tortura non potrà mai essere totalmente sradicata sul continente europeo, ma può essere combattuta fino a divenire un fenomeno marginale. Il CPT continuerà a svolgere pienamente il proprio ruolo in tale lotta, operando in stretta collaborazione con i servizi e i soggetti responsabili dei paesi in cui effettua le sue visite”, ha concluso Palma.
Il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti, più brevemente denominato Comitato per la prevenzione della tortura (CPT), è l’organo anti-tortura del Consiglio d’Europa.
Il CPT è stato istituito in virtù della Convenzione europea per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (1987), entrata in vigore nel 1989. Il Comitato è composto da esperti indipendenti e imparziali, eletti dal Comitato dei Ministri, l’organo decisionale del Consiglio d’Europa.
Secondo le statistiche penali annuali del Consiglio d’Europa, sulla base dei dati raccolti nell’indagine del 2007, il numero di detenuti condannati o in attesa di giudizio in Europa è stimato a oltre 1,8 milioni. Tale cifra non comprende le persone private di libertà in altri luoghi, quali gli istituti psichiatrici o altre strutture chiuse di ricovero a carattere sociale, che rientrano ugualmente nella sfera di competenza del CPT.