Strasburgo, 16 ottobre 2009 – Il GRECO del Consiglio d’Europa pubblica oggi il suo primo rapporto sull’Italia, basato sulle valutazioni congiunte del primo e del secondo ciclo (Greco Eval I/II Rep (2008) 2, in versione francese e inglese).
Il rapporto rivolge ben ventidue raccomandazioni all’Italia. Il GRECO valuterà l’attuazione di tali raccomandazioni nel corso del secondo semestre del 2011, nel quadro della sua specifica procedura di conformità.
Il rapporto rileva che, malgrado la determinata volontà della magistratura inquirente e giudicante di combattere la corruzione, questa è percepita in Italia come un fenomeno consueto e diffuso, che interessa numerosi settori di attività, in particolare l’urbanistica, lo smaltimento dei rifiuti, gli appalti pubblici e la sanità.
Il rapporto evidenzia inoltre la necessità di elaborare un’efficace politica di prevenzione della corruzione, sottolineando al riguardo che occorrono una strategia di lungo periodo e un incisivo impegno politico. Il GRECO precisa altresì che la lotta per contrastare la corruzione deve diventare una questione di cultura, e non solo di rispetto delle leggi.
Sono raccomandate misure supplementari per risolvere il problema dell’eccessiva durata dei procedimenti giudiziari, migliorare l’accesso ai documenti ufficiali, rafforzare la trasparenza e l’etica nella pubblica amministrazione. Tali provvedimenti si rivelano particolarmente necessari in materia di procedure di verifica e di controllo interne, di applicazione delle norme di deontologia, di prevenzione dei conflitti di interessi e di protezione dei cittadini che denunciano le situazioni di illegalità.
Il rapporto, elaborato precedentemente al pronunciamento della Consulta, esprime inoltre preoccupazione per l’immunità di cui godono certi titolari di cariche pubbliche, recentemente introdotta dalla Legge n° 124/2008, meglio nota come “Lodo Alfano”.
Nel settore pubblico, è necessario rafforzare gli obblighi contabili e di valutazione degli enti pubblici appartenenti a tutte le categorie, e vigilare affinché le sanzioni applicabili siano efficaci, proporzionate e dissuasive.
L’Italia ha aderito al GRECO nel 2007. Nel 1999, ha firmato la Convenzione penale sulla corruzione, ma non l’ha ancora ratificata.