Strasburgo, 7 agosto 2009 – “È assolutamente inammissibile che uno Stato ignori le misure provvisorie vincolanti richieste dalla Corte europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU). È vergognoso che una democrazia adulta come l’Italia abbia, la scorsa domenica, rinviato Ali Toumi in Tunisia, un caso in cui esiste un pericolo imminente di danno irreparabile per il richiedente”, hanno dichiarato ieri Herta Däubler-Gmelin (Germania, SOC) e Christos Pourgourides (Cipro, PPE/CD) rispettivamente, presidente della Commissione Affari Legali e Diritti Umani dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE) e relatore sull’esecuzione delle sentenze della Corte di Strasburgo.
“Tali disposizioni contravvengono manifestamente alla giurisprudenza chiaramente stabilita dalla Corte di Strasburgo. È la quarta volta dal 2005 che le autorità italiane prendono delle misure in flagrante violazione delle decisioni della Corte”, hanno aggiunto.
“Tale comportamento intollerabile deve essere condannato dal Consiglio d’Europa, senza ritardo. La nostra Commissione Affari Legali dovrà incaricarsi di questo caso”, hanno concluso.
- Ris. 1571 & Racc. 1809 dell’APCE: dovere degli Stati membri di cooperare con la Corte.
- Ris. DU(2006)45 del Comitato dei Ministri: obbligo degli Stati di cooperare con la CEDU.
- Estratto del documento CommDU(2009)16: rapporto del Commissario per i diritti umani, del 16 aprile 2009, concernente la sua missione in Italia, §§ 94-105.